Al freddo e al gelo

Proseguiamo a trattare di calcestruzzi esposti al gelo, come quello del lungolago di Como; parlando con un amico del mio primo pezzo sulle classi di esposizione mi faceva notare quanto fossero assai poco oggettive le definizioni e le situazioni tipo individuate dalla normativa europea sul calcestruzzo, la EN206-1. Eppur tuttavia se sono lette con attenzione esse danno preziose indicazioni.

Prendiamo per esempio un piccolo marciapiede realizzato in calcestruzzo in Brianza che vedete raffigurato nelle foto,[cml_media_alt id='110']durabilita-xf (1)[/cml_media_alt] scattate dopo 5 anni dalla costruzione: esso � esposto ogni inverno alla neve ed a numerosi cicli di gelo e disgelo in condizioni di completa saturazione d’acqua e di sali disgelanti, ovvero in classe di esposizione XF4.

Nel nostro caso le prescrizioni non sono state rispettate ed abbiamo il grosso della basamento delle baracche realizzato con un calcestruzzo Rck 35 mentre la rampetta di accesso che si vede in primo piano è stata realizzata con un impasto “a dosaggio” con 300 kg/m³ di legante.

Diversamente dalla maggior parte dei manufatti in calcestruzzo le maestranze richiedono un impasto di consistenza plastica (S2) o tuttalpiù semifluida (S3) quando vanno a gettare rampe, scale e tetti. Maggiore è l’inclinazione della superficie libera, minore è la lavorabilità ideale alla posa in opera; ciò ha effetti positivi per la durabilità del manufatto. Tuttavia un calcestruzzo confezionato senza additivi fluidificanti, con una distribuzione granulometrica ottimale e la lavorabilità idonea al getto di una rampetta come quella che si vede nelle foto difficilmente avrà un contento d’acqua inferiore a 170-180 l/m³, ovvero presenta un rapporto A/C di 0,57-0,60. Il suo compagno di ventura, l’Rck 35 è stato confezionato con un cemento 32,5R che per raggiungere le resistenze medie di 39-40 Mpa tipiche della sua classe di resistenza ha un rapporto A/C di progetto di 0,5.
[cml_media_alt id='111']durabilita-xf (2)[/cml_media_alt] Entrambi questi calcestruzzi sulla carta non sarebbero idonei a durare perlomeno 20 anni senza manutenzione straordinaria e tuttavia possiamo notare che la rampetta di accesso si sta degradando molto più velocemente del basamento. Mentre la prima di sta già disgregando e verosimilmente sarà necessario ricostruirla entro pochi anni il secondo è ancora sostanzialmente integro e solo nei punti di maggior usura incomincia a perdere la pellicola di pasta cementizia esponendo gli aggregati. La fascia sottostante la tettoia è ancora praticamente integra.

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