Il vetro e il cemento

Non sono un grande esperto ma tra le due-tre cose che so sul calcestruzzo c’è la temutissima reazione alcali-aggregati, prevalentemente dovuta alla reazione tra gli alcali del cemento e la silice amorfa talvolta presente negli aggregati.

Tipica reazione alcali aggregati (Fonte: Wikipedia)

Quando ho letto Le città del futuro potrebbero essere stampate in 3D utilizzando calcestruzzo realizzato con vetro riciclato su Ingenio m’è quasi venuto un colpo.

Il vetro è quasi esclusivamente composto da silice amorfa. Quindi è ipotizzabile che calcestruzzi così confezionati siano estremamente suscettibili alla reazione alcali-silice.

Il processo di degrado dovuto alla lenta reazione tra alcali ed aggregati consiglierebbe l’uso di sali di litio, cementi d’altoforno, pozzolanici o compositi; purtroppo il primo è costoso e lo sarà sempre di più per la “fame” di litio dei produttori di batterie, i secondi sono sempre meno disponibili le loppe, le ceneri e le pozzolane artificiali necessari per produrli.

È anche vero che tale reazione è tanto più dannosa quanto più è grossolano l’aggregato ed il vetro riciclato della ricerca proposta da Ingenio è stato macinato fino a diventare un aggregato fine (sembra con ø<1.7mm).

Mi sembra che tale aspetto non sia ancora stata valutato.

Ad ogni modo la stampa 3D del calcestruzzo pone interessanti sfide reologiche, ossia delle caratteristiche allo stato fresco.

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