WhatsApp non ti legge, ma ti spia

Whatsapp: attenzione al ban, soprattutto nelle chat di gruppo

30 Marzo 2021

Colpa di uno, colpa di tutti. Un utente Reddit di nome u/Daxt3rjak ha raccontato di essere stato bannato su Whatsapp circa due mesi fa e di non essere ancora riuscito ad ottenere la riammissione all’applicazione. Il motivo? Aver fatto parte di un gruppo Whatsapp composto da dodici membri, a uno dei quali è stato hackerato l’account.

Essendo questo tra gli amministratori, l’hacker ha modificato l’immagine del profilo, il nome e la descrizione del gruppo, inserendo espliciti riferimenti pedo-pornografici. Tutto questo, nel giro di qualche ora, ha fatto scattare il sistema di controllo dell’applicazione, che ha bloccato in breve tempo tutti i membri della chat senza fornire alcuna spiegazione.

L’utente u/Daxt3rjak, che stava lavorando quando si è verificato il misfatto, ha dichiarato di non essersi accorto di nulla e di aver ritrovato all’improvviso il proprio account disabilitato. Nonostante i ripetuti tentativi di contattare l’assistenza e risolvere il problema, il suo numero risulta essere ancora bannato dalla piattaforma di messaggistica.

Poiché Whatsapp adotta un sistema di rilevamento automatico dei contenuti illeciti, quando un utente viene bannato è costretto ad appellarsi a bot e call center che raramente riescono a trovare una soluzione al problema.

Nel tempo, lo staff dell’azienda ha studiato numerosi sistemi di intercettazione e allontanamento degli utenti che utilizzano contenuti non conformi al regolamento dell’applicazione. Questi, basati su algoritmi, risultano tuttavia spesso inefficaci e imprecisi, penalizzando gli utenti che utilizzano il servizio di messaggistica con rettitudine. Nel caso delle chat di gruppo, questo avviene ancora più facilmente, dal momento in cui ogni membro può essere ritenuto responsabile per le informazioni descrittive del gruppo stesso, come la foto profilo, il nome o la descrizione (contenuti visibili da Whatsapp contrariamente al contenuto delle chat, protetto dal sistema di crittografia).

Raccontando la sua storia, l’utente u/Daxt3rjak ha catturato l’attenzione dello staff di WABetaInfo che gli ha consentito di ottenere l’esposizione mediatica necessaria per sperare in una più rapida soluzione al problema, ma non tutti hanno la sua stessa fortuna. Il suo caso, un ban ambiguo e immotivato, fa inevitabilmente pensare a quelli che spesso interessano un’altra piattaforma, Twitch, di cui vi avevamo raccontato poco tempo fa.

 

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