Oggi ho fatto un sogno da ricordare.
O meglio che ho ricordato perfettamente al mio risveglio.
E che mentre lo sognavo pensavo di dovermelo ricordare.
Un sogno a colori. E permettetemi di essere poco razionale se ricordo che i sogni a colori sono “veritieri” o danno un messaggio.
Ed un sogno in cui riuscivo a leggere. E solitamente si capisce che si sta sognando perché nei sogni non si riesce a leggere. E sono sicuro che riuscivo a leggere.
Quindi un sogno assai inconsueto.
Ho sognato di andare indietro nel tempo e di trovarmi in Basilica, nella “mia” Basilica, quella dei Santi Siro e Materno in Desio, mentre stava per iniziare un matrimonio e di entrare in sagrestia, dove incontravo il sacrista Enrico, monsignor Piero Galli e don Giorgio Savarino in paramenti liturgici, con la casula rossa. Allora sono andato al tavolo dove nell’angolo c’è l’agenda con segnati i turni delle S.Messe, ho guardato il sabato – quasi tutti i matrimoni si celebrano di sabato – ed ho provato a leggere: 23 settembre 1996. Capendo di essere nel passato mi sono rivolto a don Giorgio, dicendogli “ciao don, sono il Paolo del futuro, del 2020. E sarai in salute”.
È troppo strano per non avere un significato.