“In questo preciso momento, da qualche parte del mondo, una studentessa si sta lagnando con il suo professore di matematica. Il professore le ha appena chiesto di trascorrere una sostanziosa porzione del fine settimana a calcolare un elenco di trenta integrali definiti.
Via Prof. Vincenzo Giordano su FB
La studentessa preferirebbe fare altre cose.
Anzi, non c’è praticamente nulla che non preferirebbe fare.
Lo sa bene perché ha trascorso una sostanziosa porzione del fine settimana precedente a calcolare un elenco diverso – seppur non molto diverso – di trenta integrali definiti.
Non ne vede lo scopo e lo dice al professore.
A un certo punto della conversazione, la studentessa gli porrà la domanda che lui teme più di ogni altra:
“Quando userò questa roba?”
Al che probabilmente il professore le dirà qualcosa come:
“Lo so, ti sembrerà insulso, ma ricordati che non sai quale carriera sceglierai di seguire; forse adesso non ne vedi la rilevanza, ma potresti finire per lavorare in un campo in cui sarà davvero importante che tu sappia calcolare degli integrali definiti a mano in maniera veloce e corretta”.
Di rado questa risposta soddisferà uno studente.
E la ragione è che è una bugia.
Lo sa il professore e lo sa la studentessa.
Il numero di adulti a cui capiterà mai di fare uso dell’integrale di (1-3x+4x^2)^(-2)dx, o della formula del coseno di 3θ, o della regola di Ruffini per la divisione di polinomi si può contare su poche migliaia di mani.
La bugia non soddisfa granché nemmeno il professore.
Io dovrei saperlo: nei tanti anni in cui ho insegnato matematica ho chiesto a molte centinaia di studenti di college di calcolare elenchi di integrali definiti.
Per fortuna esiste una risposta migliore. Fa più o meno così”.
Jordan Ellenberg