“Con “nazionalismo” intendo in primo luogo la consuetudine di credere che gli esseri umani possano essere classificati come insetti e che interi blocchi di milioni o decine di milioni di persone possano essere con disinvoltura etichettati come “buoni” o “cattivi”. Ma in secondo luogo – e questo è molto più importante – intendo la consuetudine a identificare qualcuno con una singola nazione o un singolo gruppo, collocandolo al di là del bene e del male e non riconoscendo nessun altro dovere se non la promozione dei suoi interessi. Nazionalismo non deve essere confuso con patriottismo. Entrambe le parole sono quotidianamente usate in modo così vago che qualsivoglia definizione può essere messa in discussione, ma è necessario tracciare una distinzione, in quanto esse implicano due idee distinte e persino opposte. Con “patriottismo” intendo la dedizione verso un luogo specifico e uno specifico modello di vita, ritenuto il migliore nel mondo, ma senza il desiderio di imporlo agli altri. Il patriottismo è per sua natura difensivo, sia dal punto di vista militare che culturale. Il nazionalismo, al contrario, è inseparabile dal desiderio di potere. Il persistente obiettivo di ogni nazionalista è quello di assicurarsi maggior potere e maggior prestigio, non per sé stesso ma per la nazione o un altro gruppo in cui ha deciso di annegare la propria individualità.”

George Orwell, Note sul nazionalismo, 1945

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