p2panda: Building blocks for peer-to-peer applications
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I shall try it
Consiglio quindi a tutti di usare altri servizi e di cancellare il proprio account se lo avete, perlomeno per dare un segnale.
Suhttps://alternativeto.net/software/wetransfer/ travate molte alternative.
L’ottimo sarebbe usare sistemi liberi, magari su server propri o fidati.
Consiglio https://send.vis.ee/ e https://www.swisstransfer.com/en-us
the Seven Ideals for Local-First Software 0 — basically for free:
Found on https://pub.dev/packages/tlfs
- Software can respond near-instantaneously to user input. (No waiting on server round-trips, no spinners.)
- Cross-device synchronization. (Pick up work on your mobile device just where you left off with your laptop.)
- “Offline-First” as a subset of Local-First. (Connectivity is irrelevant when interacting with the application>0
- Seamless collaboration with other peers. (Edit and sync shared data without fear of conflicts.)
- Full data agency. (Do what you want with your data, it’s yours only.)
- Secure and private data management. (Everything is encrypted, only you have the keys.)
- Full ownership and control over the application’s data. (No one can take away a service from you.)
La soluzione digitale facile e sicura per la Pubblica Amministrazione
Una piattaforma OpenSource integrata con cui gestire la classe, la segreteria, creare documenti e fogli di calcolo, presentazioni ma anche stanze virtuali e laboratori; adatta anche per la linguistica in digitale.
CAD & GDPR compliant
Anche qui guardano il dito e non la luna:
Ubuntu, una delle distribuzioni Linux più popolari al mondo, sta per compiere una svolta epocale: abbandonare GNU/Linux per abbracciare tecnologie moderne,
Non è una questione di “evoluzione tecnologica” e di “rimanere al passo coi tempi”.
Vogliono prendere programmi di base, robusti, che funzionano bene, che da decenni risultano stabili e sottoposti a controlli minuziosi e di comprovata sicurezza con qualcosa scritta ex-novo in Rust, che è certamente un buon linguaggio ma non è la panacea di ogni male.
Inoltre la stragrande maggioranza dei commentatori non colgono la questione fondamentale: non è se siano scritti in Rust, in C, Assembly o Visual Basic cambi qualcosa, ma il fatto che la licenza che useranno, ossia “tipo MIT” permette di re-impacchettare il tutto e renderlo proprietario.
Linux e BSD son nati praticamente negli stessi anni. Linux ha prosperato perché ha usato licenze persistenti, mentre BSD è rimasto di nicchia perché la sua licenza non è persistente, esattamente come la MIT.
Il vero problema è che la maggior parte delle persone non coglie questo aspetto fondamentale.
La General Public License in tutte le sue edizioni rende persistenti le libertà che il suo autore concede a chi riceve la sua opera (il codice). Si dice che è una licenza a permesso d’autore ossia “copyleft” in inglese (letteralmente “permesso alla copia”) con un evidente e voluto gioco di parole in apparente contrapposizione con il “copyright” cioè il diritto alla copia. Le licenze di software libero non copyleft come quelle tipo BSD e MIT non sono persistenti, chiunque può prendere il codice e chiuderlo dentro ad un prodotto proprietario.
Giova una lettura a “Licenze varie e commenti relativi” sul sito della Free Software Foundation
BSSG – Bash Static Site Generator
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