Il dito e la luna

Anche qui guardano il dito e non la luna:

Ubuntu Dice Addio a GNU/Linux: Una Svolta Epocale tra Timori e Opportunità | Tutto Quello che Devi Sapere”

Ubuntu, una delle distribuzioni Linux più popolari al mondo, sta per compiere una svolta epocale: abbandonare GNU/Linux per abbracciare tecnologie moderne,

Non è una questione di “evoluzione tecnologica” e di “rimanere al passo coi tempi”.

Vogliono prendere programmi di base, robusti, che funzionano bene, che da decenni risultano stabili e sottoposti a controlli minuziosi e di comprovata sicurezza con qualcosa scritta ex-novo in Rust, che è certamente un buon linguaggio ma non è la panacea di ogni male.

Inoltre la stragrande maggioranza dei commentatori non colgono la questione fondamentale: non è se siano scritti in Rust, in C, Assembly o Visual Basic cambi qualcosa, ma il fatto che la licenza che useranno, ossia “tipo MIT” permette di re-impacchettare il tutto e renderlo proprietario.

Linux e BSD son nati praticamente negli stessi anni. Linux ha prosperato perché ha usato licenze persistenti, mentre BSD è rimasto di nicchia perché la sua licenza non è persistente, esattamente come la MIT.
Il vero problema è che la maggior parte delle persone non coglie questo aspetto fondamentale.

La General Public License in tutte le sue edizioni rende persistenti le libertà che il suo autore concede a chi riceve la sua opera (il codice). Si dice che è una licenza a permesso d’autore ossia “copyleft” in inglese (letteralmente “permesso alla copia”) con un evidente e voluto gioco di parole in apparente contrapposizione con il “copyright” cioè il diritto alla copia. Le licenze di software libero non copyleft come quelle tipo BSD e MIT non sono persistenti, chiunque può prendere il codice e chiuderlo dentro ad un prodotto proprietario.

Giova una lettura a “Licenze varie e commenti relativi” sul sito della Free Software Foundation

Farewell buggy software! Welcome KOReader & Plato!

Since the native software of my Kobo aura is so buggy that always crash with certain EPUBs, after reaching a specific page I finally decided to follow the One-Click Install Packages for KOReader & Plato. I installed both KOReader and Plato.

I started trying KOReader. Needless to say it works like a breeze, and as far as I can tell it is quite faster that the native, buggy, crashing KOBO Reader

Apple ha rotto le web app su iPhone in Europa, di proposito

Apple ha rotto le web app su iPhone in Europa, di proposito | SmartWorld

La cosa che fa più rabbia è che le PWA Progressive Web Application erano l’unica maniera per installare applicazioni nella prima versione di iOS!

To be fair Apple was really the first platform to support the concept of a web app. When they released the iPhone the first apps were HTML5 based.

From https://love2dev.com/pwa/ios/
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Quickemu

This quickemu could easily dislodge VirtualBox as my favorite desktop virtualization solution:

Quickly create and run highly optimized desktop virtual machines for Linux, macOS and Windows; …

Quickemu now also includes comprehensive support for macOS and Windows.

Features

  • macOS Monterey, Big Sur, Catalina, Mojave & High Sierra
  • Windows 10 and 11 including TPM 2.0
  • Ubuntu and all the official Ubuntu flavours
  • Over 360 operating system editions are supported!
  • Full SPICE support including host/guest clipboard sharing
  • VirtIO-webdavd file sharing for Linux and Windows guests
  • VirtIO-9p file sharing for Linux and macOS guests
  • QEMU Guest Agent support; provides access to a system-level agent via standard QMP commands
  • Samba file sharing for Linux, macOS and Windows guests (if smbd is installed on the host)
  • VirGL acceleration
  • USB device pass-through
  • Smartcard pass-through
  • Automatic SSH port forwarding to guests
  • Network port forwarding
  • Full duplex audio
  • Braille support
  • EFI (with or without SecureBoot) and Legacy BIOS boot
  • Graphical user interfaces available

Il monopolio della tecnologia: un disastro

RIcopio qui l’intervento che Roberto Foglietta ha scritto su LinkedIn:


È arrivata finalmente la carta d’indentità digitale. Una roba che schifavo già quando se ne parlava a Genova nei congressi di Liguria Digitale, che penso fosse il 2010/11. Dopo 12 anni, il male sembra aver prevalso.

Ma come spesso succede, piove sul bagnato. Infatti, se per autenticare una persona già nel 2010 bastava la sua SIM da certificare in un qualunque ufficio postale in maniera che generasse un OTP, oggi abbiamo addirittura bisogna dello NFT perchè ancora non sono abbastanza diffuse le truffe con le carte bancarie abilitate: sali sui mezzi, qualcuno ti sfiora con un cellulare “speciale” e tante cose possono succedere.

Curiosamente il chip del mio passaporto si è bruciato al primo utilizzo. Amen, la tecnologia è fatta anche per rompersi. Ma veniamo al nocciolo della questione.

Il monopolio nella tecnologia blocca l’innovazione ed eliminando la concorrenza ci garantisce anche “una sana e consapevole mediocrità” (cit.).

Ovviamente l’implementazione digitale della carta d’indentità ne è un palese esempio. Sul sito dell’INPS_official si contano 11 fornitori dello SPID. Non tantissimi e non pochi, il risultato? C’è chi ha fatto un’app da 1.8 stelle ma ci sono anche due soluzioni molto apprezzate:

PosteID: 3.9 stelle con 915K reviews e 10M+ downloads
SielteID: 4.2 stelle con 15.1K reviews e 500K+ downloads

Certo considerando la dimensione delle Poste Italiane e la penestrazione nel territorio dei loro sportelli e il numero dei loro correntisti non stupisce che facciano almeno 20 volte il volume di coloro che hanno implementato la soluzione con maggiore gradimento. Perchè fra 3.9* e 4.2* sembra poca cosa ma in realtà è tanta roba, su grandi numeri.

Comunque, l’importante è che su 11 almeno 2 sano al top perchè ciò significa che esiste un’alternativa. Due ottimi fornitori sono il minimo indispensabile.

Invece, per il CieID c’è un solo fornitore ed è anche istituzionale: il Poligrafico dello Stato. Voi penserete che quelli del Poligrafico e Zecca dello Stato Italiano abbiano comprato la soluzione da Sielte Spa oppure da Poste Italiane? Manco per niente, hanno reinventato la ruota e pure male:

– CieID: 2.5 stelle 11K reviews e 1M+ downloads

Ieri, 7 giugno 2023, ho postato questi dati su un forum e oggi sono già lievitati a 2.6*. Evidentemente suppliscono con i fake five ma a quanto pare la strada è ancora lunga per alzarsi da quel misero 1.8* del peggiore de “La compagnia dello SPID” (cit.).

Un giorno, domani o in un lontano futuro, scopriremo che lingua parla questa gente e forse riusciremo a farci ascoltare. Per ora, stiamo messi così.

Questo l’intervento che Roberto Foglietta ha scritto su LinkedIn

Ma soprattutto pretendono che tu abbia un furbofonino E abbia dato i tuoi dati ai GAFAM – Google o Apple – per poter installare l’applicativo CIEid!

Vai sul sito del ministero e NON è possibile scaricare l’APK direttamente. Devi per forza passare dagli appstore delle due multinazionali.

Pessimo è dire poco.

Vero è che usando un “normale computer”, ma è innegabilmente di uso decisamente più complicato (vedi qui e qui).

Vero, puoi usare magheggi al limite della legalità come Aurora Store. Ma fino a quando? Se fosse possibile scaricare gli apk in modo legale senza iscriversi ai servizi Google sarebbe forse accettabile. Ma così giammai.