Dolci flutti lacustri

Ecco un bell’esempio di come condizioni ambientali apparentemente non particolarmente aggressive possono con i decenni disgregare ed erodere notevolmente il calcestruzzo.

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Siamo sul lago di Como e quello raffigurato è il cordolo di fondazione del muro del lungolago. Le acque sono dolci quindi non abbiamo cloruri che possano intaccare le armature. Abbiamo però il gelo. Ed un gelo piuttosto insidioso perfino. Sulle prime non ci avevo pensato ma complice l’innalzamento del livello del lago tipico della stagione invernale la trave di fondazione di trova proprio nella zona costantemente investita dai flutti o dai loro spruzzi e quindi costantemente umida e sottoposta al gelo. Già perchè nel comasco d’inverno nevica e gela. Il calcestruzzo quindi si ritrova ad affrontare uno dei suoi peggiori nemici nella condizione che più gli è sfavorevole: è zuppo d’acqua.

E si vede.

wpid-IMG_20130820_091745.jpg wpid-IMG_20130820_091722.jpgIl confronto con le pietre usate appena sopra è impietoso: è pur vero che non sono soggette agli spruzzi e quindi l’azione del gelo è meno distruttiva ma è vero anche non presentano nessun segno di degrado.
Non ho avuto modo di andare ad indagare che tipo di calcestruzzo sia stato usato ma vista l’età del manufatto con ogni probabilità è stato usato un calcestruzzo “a dosaggio” ovvero a composizione richiesta e difficilmente si usavamo quantità di legante superiore ai 300 kg/m³. Aggiungiamo poi il fatto che in un calcestruzzo “a dosaggio” gli additivi fluidificanti non vengono usati se non espressamente richiesti e quindi pagati e che spesso e volentieri le maestranze aggiungono acqua portando l’impasto a consistenza fluida (S4) o super fluida (S5). Impasti siffatti hanno un contenuto d’acqua sicuramente superiore ai 200-210 l/m³ il che porta il rapporto acqua cemento su valori di 0,66-0,7 ovvero decisamente troppo alti per poter garantire una qualsiasi durabilità al manufatto. Infatti tutta l’acqua d’impasto oltre a quella “stechiometrica” (( A voler essere rigorosi non si può parlare di acqua stechiometrica quando ci si riferisce all’acqua che reagisce col cemento perché non è una specie chimica definita ma è una miscela delle più diverse  )) usualmente stimata in 0,28 volte la massa del cemento. Tutto il volume d’acqua in eccesso ha la sola funzione di rendere fluida la massa allo stato fresco per rendere agevole la posa. Una volta che il calcestruzzo di sia indurito e nel tempo si sia essiccato tutti quel volume prima occupato dall’acqua si trasforma in porosità tua concentrata nella pasta di cemento. Questo fatto oltre a limitare le prestazioni meccaniche del conglomerato lo rende estremamente vulnerabile al gelo.

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