Disarmanti per la scasseratura degli elementi in calcestruzzo

Disarmanti per calcestruzzo: caratteristiche, classificazione e guida alla scelta

I disarmanti sono prodotti chimici di origine minerale, organica o sintetica, studiati per: facilitare il distacco degli elementi in calcestruzzo indurito durante l’operazione di sformatura, migliorare la superficie a vista del manufatto in calcestruzzo, prolungare la vita utile delle casseforme. L’articolo fornisce una panoramica sulle caratteristiche principali e le classificazioni di tali prodotti, offrendo inoltre utili indicazioni per una scelta informata.

Ivana Torresan

Disarmante per calcestruzzo: cos’è e a cosa serve

I disarmanti, o agenti distaccanti, sono prodotti chimici di origine minerale, organica o sintetica, commercializzati come oli o oli in emulsione acquosa, pronti all’uso o diluibili, che vengono applicati generalmente a spuzzo, in film sottile, sulla superficie dei casseri al fine di facilitare il distacco degli elementi in calcestruzzo indurito durante l’operazione di sformatura. Lo scassero può essere sia immediato che differito.

I disarmanti vengono inoltre utilizzati al fine di migliorare la superficie ed il faccia a vista del manufatto o della struttura in calcestruzzo e di prolungare la vita utile delle casseforme.

I moderni agenti distaccanti del calcestruzzo devono garantire:

  • Facile separazione del calcestruzzo e della cassaforma.
  • Superfici in calcestruzzo senza porosità, difetti etc.
  • Superfici in calcestruzzo di colore chiaro senza scolorimento o macchie, rigature.
  • Facile pulizia della cassaforma.
  • Protezione contro la corrosione su casseforme in acciaio.
  • Sicurezza igienica per l’utente.
  • Innocuità per l’ambiente.
  • Sostenibilità.

Disarmanti per calcestruzzo: le principali tipologie

Il meccanismo con cui agiscono i disarmanti può essere di tre tipologie:

  • a barriera,
  • chimicamente attivo
  • o basato su entrambi i meccanismi.

I disarmanti di tipo a “barriera” o fisico (a base frazioni di idrocarburi, paraffine, cere o silicone) creano una barriera “fisica” tra la cassaforma e il calcestruzzo fresco, impedendo che la superficie del manufatto si “incolli” alla superficie metallica.

Queste tipologie sono sconsigliate per la realizzazione di un calcestruzzo architettonico e di pregio, in quanto possono causare macchie, vuoti d’aria superficiali e problemi di sformatura in climi molto freddi o molto caldi.

Gli agenti disarmanti chimicamente attivi, come ad esempio gli acidi grassi di origine vegetale, reagiscono con gli ioni di calcio nella pasta di cemento per produrre un sapone che impedisce al calcestruzzo di aderire alla cassaforma.

In base alla reattività si dividono in parzialmente e completamente reattivi. Entrambi producono una pellicola di sapone che aiuta a rimuovere l’aria intrappolata e a favorire una migliore pellicola di pasta di cemento sulla superficie della forma.

Poiché i disarmanti chimicamente attivi producono meno imperfezioni e irregolarità superficiali rispetto ai disarmanti di tipo a barriera, sono preferenzialmente utilizzati per produrre calcestruzzo architettonico. Le formulazioni comunemente in uso si basano su meccanismi misti, fisico/chimico.

Classificazione dei disarmanti secondo SYNAD/ASSIAD

Di fronte alla crescente domanda da parte degli utilizzatori e alla mancanza di un riferimento normativo, ASSIAD, sulla base del lavoro svolto dall’associazione francese SYNAD, anche attraverso le organizzazioni sanitarie e le leggi di protezione ambientale, ha elaborato una classificazione degli agenti disarmanti in funzione della tipologia, come riportato in tabella 1.

Tab. 1 – Classificazione dei disarmanti secondo Synad ed Assiad

Biodegradabilità

La biodegradabilità è la capacità di una sostanza di subire una trasformazione in prodotti semplici ad opera di microrganismi viventi. La classificazione ASSIAD prende come riferimento la biodegradabilità ultima, ossia il degrado completo di un composto organico da parte di microrganismi, con la produzione di anidride carbonica (CO2), acqua e sali minerali.

La norma EN ISO 9408 – OCDE 301 B

Questa norma determina la percentuale di biodegradabilità ultima misurando il consumo di ossigeno con produzione di anidride carbonica. Per valori superiori al 60% a 28 giorni, questa norma considera il prodotto come biodegradabile.

Punto d’infiammabilità

Ilpunto di infiammabilità o punto di fiamma (in inglese flash point) di un combustibile è la temperatura più bassa alla quale si formano vapori in quantità tale che in presenza di ossigeno (aria) e di un innesco danno luogo al fenomeno della combustione. Un prodotto risulta infiammabile quando ha un punto di infiammabilità non superiore ai 60 °C.

Composti Aromatici

Composti aromatici più o meno presenti in molti composti di origine petrolifera sono prodotti pesanti e
molto aggressivi nei confronti degli elastomeri. Questi composti aromatici sono pericolosi per la salute (tossici, mutageni) e per l‘ambiente perché difficilmente biodegradabili. Pertanto, cerchiamo la loro massima eliminazione durante la raffinazione.

Come scegliere il prodotto disarmante corretto

Per poter selezionare il prodotto corretto da utilizzare viene raccomandata un’attenta lettura della scheda di sicurezza (MSDS) che deve essere fornita dal produttore. Con la consulenza del medico del lavoro, si è in tal modo in grado di scegliere il prodotto meno pericoloso per la salute.

Come sopra riportato, privilegiare i disarmanti di tipo «puro vegetale» e le emulsioni vegetali.

Scegliere i disarmanti dove il punto d’infiammabilità è inferiore a 60°C, al fine di prevenire rischi d’incendio.

Evitare i disarmanti contenenti solventi o additivi tossici (attenzione alla presenza di solventi petroliferi negli oli a base vegetale o base di sintesi).

Proibire l’utilizzo di oli minerali insufficientemente raffinati o riciclati in modo non corretto.

Proibire gli oli minerali contenenti più del 3% in peso di estratto DSMO* secondo in metodo IP 346
(*considerato cancerogeno).

Porre attenzione alle etichettature (pittogrammi).

Generalmente, solo i disarmanti di tipo vegetale, puro vegetale, emulsione acquosa di oli ed esteri vegetali e vegetali, hanno tutti i criteri di accettabilità ambientale come igiene, COV e biodegradabilità favorevoli.

Attenzione inoltre agli effetti sulla salute

  • Per contatto con la pelle direttamente o indirettamente (vestiti) e per inalazione degli aerosol (applicazione per polverizzazione).
  • Patologie cutanee irritazioni, macchie, eczema, ect.
  • Patologie respiratorie asma, bronchite, polmonite
  • Gli oli minerali insufficientemente raffinati o riciclati possono contenere delle sostanze CMR (Cancerogene, Mutagene, Tossiche)

Raccomandazioni per l’utilizzo dei disarmanti

  • La classificazione non sostituisce la scheda di sicurezza (MSDS) e le schede tecniche (TDS) dei produttori.
  • L‘uso di DPI è consigliato oppure reso obbligatorio in base alla natura del prodotto.
  • La biodegradabilità non esonera dai requisiti di conservazione stabiliti dalla legislazione in vigore (vasca di raccolta) per evitare sversamenti e proteggere l‘ambiente.

Sicurezza igienica e salute per l’utente – IPA e COV

La concentrazione di questa classe di sostanze è molto importante ai fini della salute per gli utilizzatori e le persone che lavorano presso stabilimenti di prefabbricazione ed in ambienti chiusi.

Gli idrocarburi aromatici policiclici (IPA) sono un ampio gruppo di composti organici, per lo più non volatili, che nell’aria indoor si possono trovare in parte in fase di vapore e in parte adsorbiti su particolato e superfici. Gli IPA sono un gruppo di sostanze tra le quali diverse sono risultate dotate di attività cancerogena/ mutagena. In particolare, possono provocare tumori cutanei per contatto e tumori polmonari per via respiratoria. Essendo una classe di composti contenenti agenti cancerogeni si raccomanda di mantenere il livello di concentrazione il più basso possibile. È importate quindi far indossare agli operatori i corretti dispositivi di sicurezza (DPI) e far arieggiare il più possibile gli ambienti.

Con la dicitura composti organici volatili (COV o VOC – Volatile Organic Compounds), si intendono tutta quella serie di composti organici, prodotti dalle attività umane o naturali, che si trovano allo stato di gas alle condizioni di temperatura e pressione ambiente. I VOC si trovano spesso in vernici, colle, diluenti e tutti quei prodotti che contengono solventi organici a basso peso molecolare e a bassa temperatura di ebollizione che evaporano velocemente in ambiente. Gli effetti delle emissioni di COV sulla salute umana variano molto a seconda del contesto.

Alcuni COV sono innocui, ma molti sono tossici a bassi livelli, mentre altri sono infiammabili a concentrazioni più alte.

L’esposizione ripetuta e a lungo termine a bassi livelli di COV dannosi può causare seri problemi di salute. Per esempio, la formaldeide, lo stirene, il benzene e altri aromatici sono noti cancerogeni – quindi l’esposizione ai fumi di scarico del traffico, al fumo e ai solventi forti può presentare seri rischi per la salute.

La crescente consapevolezza della tossicità cronica dei VOC ha portato alla riduzione dei limiti di esposizione professionale (OEL) e all’aumento dei requisiti per la misurazione diretta.

Sul sito del Ministero della Salute è possibile approfondire su:

>>> Idrocarburi aromatici policiclici (IPA)
>>> Composti organici volatili (COV o VOC)

Da: https://www.ingenio-web.it/articoli/disarmanti-per-calcestruzzo-caratteristiche-classificazione-e-guida-alla-scelta/

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