Amici e nemici del calcestruzzo armato
Fino alla metà del secolo scorso si riteneva che il calcestruzzo armato fosse un materiale pressochèè eterno. Certo l’esempio del Pantheon era eloquente!
Purtroppo abbiamo scoperto con gli anni che la pietra artificiale inventata dai romani riscoperta con rinnovate prestazioni in epoca moderna èè tutt’altro che eterna: la sua composizione effettiva influenza moltissimo la sua durabilità che èè compromessa dal contatto con le più svariate sostanze. È per questo che negli ultimi decenni la durabilità del calcestruzzo ha rivestito un ruolo via via sempre piùù importante sia nella ricerca che nella progettazione che si sono concentrate sulle sostanze che palesemente aggrediscono i calcestruzzi moderni: cloruri e solfati.
Spesso e volentieri però ci troviamo a che fare con altre sostanze, non esplicitamente citate dalle normative. Voglio pertanto proporvi qui un elenco ragionato delle sostanze che hanno effetti variamente aggressivi sul calcestruzzo indurito o sulle armature ivi affogate, compilato rielaborando note e fonti differenti.
Nocività di varie sostenza chimiche sul calcestruzzo indurito
Considerazioni generali
L’azione degli antigelo dipende fortemente dal tipo di sali utilizzati, solitamente cloruri di sodio, di calcio, e di magnesio, urea e glicerina.
Per le acque luride l’azione dipende fortemente dal pH e dal contenuto di solfati
Carbone, oli bituminosi Vedi antracene, benzolo, carbazolo, crisene, cuene, cresolo, paraffina, fenantrene, fenolo, toluolo, xilolo.
Fertilizzanti: cerca ammonio solfato, ammonio superfosfato, letame, potassio nitrato sodio nitrato
Sostanze innocue
- Acetato d’ammonio
- Acetone ( può però contenere l’acido acetico come impurità ), può essere disperso se il calcestruzzo non è impermeabile ai liquidi
- Acido arsenoso
- Acido fluoridrico gassoso; attenzione: in soluzione acquosa è fortemente aggressivo
- Acido oleico (anche al 100%)
- Acido ossalico
- Acqua ricca di calcare
- Alcool, etanolo e metanolo possono però disperdersi se il calcesturzzo non risulta impermeabile
- Alizarina usato in geologia come colorante per indicare la presenza di minerali di carbonato di calcio (calcite e aragonite)
- Alluminio (anche in polvere)
- Ammoniaca in soluzione acquosa (Ammonio idrossido)
- Antracene secco èè innocuo, da non conforndersi con l’antracite, aggressiva specialmente in ambiente umido
- Benzina, puòò essere dispersa se il calcestruzzo è fessurato o non è impermeabile
- Benzolo (benzene), disperdibile da un calcestruzzo non impermeabile
- Bicarbonato di sodio
- Borace (disodio tetraborato) usato ampiamente in detergenti, addolcitori d’acqua, saponi, disinfettanti, e pesticidi.
- Calce, calce viva, calcio idrato, calcio idrossido. Il cemento è composto anche da queste speci chimiche!
- Carbazolo
- Carbonato d’ammonio
- Carbonato di potassio
- Carbonato di sodio
- Cellulosa
- Cherosene, disperdibile se il calcestruzzo non è impermeabile
- Crisene
- Cumene benzoloisopropile, disperdibile per penetrazione
- Etere (dietiletere)
- Etilmetilchetone
- Fenantrene
- Ferro ed acciaio
- Idrossido di sodio in soluzione acquosa, concentrazione < 10%
- Isobutilmetilchetone (metilisobutilchetone)
- Isopentilmetilchetone
- Latte
- Miele
- Nafta, nafta leggera, nafta pesante, nafta per riscaldamento, sono tutte disperdibili per penetrazione
- Nitrato di ferro (III)
- Nitrato di zinco
- Olii pesanti
- Olio di resina
- Ossalato d’ammonio
- Pece
- Percloroetilene (tetracloroetilene)
- Petrolio, greggio e raffinato
- Piombo
- Saponi in genere
- Silicati, vetro liquido
- Solfato ed idrossido di bario
- Tetracloroetilene
- Toluolo
- Tricloroetilene
- Vino
- Xilolo
- Zinco
- Zolfo puro
Sostanze leggermente aggressive
- Acidi grassi
- Acido acetico glaciale (100% acido acetico)
- Acido borico
- Acido ipoclorico (al 10%)
- Acido uminico (acido dell’humus)
- Acqua di cloro
- Acqua morbida ( ovvero povera di calcare )
- Ammoniaca gassosa, aggressiva solo su calcestruzzo umido, intacca le armature
- Ammoniaca liquida, solo se contiene sali di ammonio pericolosi (cerca ammonio)
- Anidride carbonica gassosa Comporta carbonatazione e conseguente riduzione della protezione contro corrosione dell’armatura.
- Bagni galvanici di cromatura, per il contenuto di solfati
- Birra, lievemente aggressiva a causa di alcuni prodotti di fermentazione come acido acetico, acido carbonico, acido lattico, acido tannico
- Bitume ed olio di bitume (Vedi anche antracite, ed olio bituminoso di antracite)
- Bromuro di sodio
- Calomelano, cloruro di mercurio (I)
- Cianuro d’ammonio
- Cianuro di potassio
- Cianuro di sodio
- Cloro gassoso, dannoso solo se il calcestruzzo èè umido.
- Cloruro d’ammonio, sia per armature
- Cloruro di Calcio, specialmente se il calcestruzzo viene bagnato ciclicamente.
- Cloruro di ferro (II e III)
- Cloruro di magnesio, specialmente per le armature
- Cloruro di mercurio (II)
- Cloruro di potassio
- Cloruro di rame
- Cloruro di sodio, sale da cucina, aggressivo se il calcetruzzo è ciclicamente bagnato ed asciutto.
- Cloruro di stronzio
- Cloruro di zinco
- Concia e corteccia di conciatura corrodono le armature in ambienti umidi (la concia al tannino è più aggressiva)
- Crauti, debolmenti aggressivo per presenza di acido lattico
- Cresolo ( metilfenolo ) Aggressivo in presenza di enolo
- Dicromato di sodio
- Dinitrofenolo
- Etilenglicole (“glicole”), antigelo usato in aereonautica
- Fenolo 5-25%, Carbolico acido
- Fluoruro d’ammonio
- Foraggio verde
- Formaldeide
- Formalina ( soluzione al 37% di formaldeide )
- Fosfato di sodio
- Frutta, cereali e legimi in fermentazione
- Gas di scarico di auto a benzina o diesel a cause del loro contenuto di anidride carbonica che provoca carbonatazione del copriferro. I carburanti europei e nordamericano dovrebbero essere privi di zolfo e quindi non dovrebbero contenere anidridi solforiche e solforose che sono invece aggressive
- Glucosio, in forma liquida; lo zucchero solido o in granella èè meno reattivo
- Grasso di Stauffer (lubrificante)
- Grasso di suino
- Idrossido di sodio in soluzione acquosa, concentrazione 10-20%
- Il siero di burro.
- Iodio
- Ipoclorito di sodio (“Candeggina”)
- Latte acido
- Le acque minerali se contengono acido carbonico
- Letame, escrementi
- Mangime fermentato: contiene acido acetico, acido burritico ed acido lattico
- Melassa, solo per temperature >50°C
- Mosto d’uva
- Nitrato di calcio
- Nitrato di magnesio
- Nitrato di piombo
- Nitrato di sodio
- Nitrato di sodio
- Nitrito di sodio
- Oldio di merluzzo
- Oli commestibili in genere, olio di oliva
- Oli eterici
- Oli leggeri
- Olio bituminoso di Antracite puòò contenere antracene, benzolo, carbazolo, cumene, cresolo, paraffina, fenantrene, fenolo, toluolo e xilolo
- Olio di Antracene, solitamente contiene antracene, carbazolo e fenantrene
- Olio di arachide
- Olio di balena
- Olio di mandorle
- Olio di noce
- Olio di pesce
- Olio di semi di papavero
- Olio di senape, specialmente in presenza d’aria
- Olio di soia
- Olio lubrificante (contenente oli grassi)
- Paraffina
- Pasta di legno (cellulosa, lignina, emicellulosa)
- Scarti delle carni, aggressive perchè contengono gli acidi organici
- Sidro di mele
- Sidro in fermentazione per la presenza di acido acetico, lattico e di zuccheri
- Siero di latte
- Solfato di cobalto, aggressivo per paste di cementi non solfato-resistenti
- Solfato di ferro (II e III) per cementi non solfato-resistenti
- Solfato di zinco
- Solfato manganoso aggredisce i calcestruzzi confezioni con cemento non solfato-resistente
- Solfuro di carbonio
- Solfuro di idrogeno in ambiente umido ed ossidante; aggredisce le paste di cemento non solfato-resistenti
- Solfuro di sodio
- Stearato butilico
- Succhi di frutta
- Tabacco
- Talco ed olio di talco
- Trementina?
- Urea, riduce la resistenza al gelo
- Vaselina
- Zucchero, specialmente in ambiente umido
Sostanze aggressive
- Acido acetico (“aceto”)
- Acido citrico (in cristalli e/o asciutto èè poco aggressivo)
- Acido Formico
- Acido fosforico (concentrazione 10-85%)
- ACido lattico (concentrazione 5-25%)
- Acido tannico, tannino
- Acido tartarico, soluzione acquosa; da notare che i suoi sali, in particola il tartrato di calcio al contrario protegge il calcestruzzo
- Acqua acida (pH<6,5, L’aggressione aumenta fortemente col calo del pH ): se il pH del calcestruzzo corticale si riduce al di sotto della soglia di passivazione (che dovrebbe essere ph=12) dell’acciaio le armature si ossidano
- Acqua distillata: dilava la calce libera nella massa di calcestruzzo riducendo il pH dello stesso ed esponendo le armature al rischio di corrosione
- Acqua povera di calcio
- Acqua ricca di acido carbonico, Anidride carbonica in soluzione acquosa
- Acqua ricca di gesso, aggressiva specialmente per quei calcestruzzi confezionati con cemento non resistente ai solfati.
- Allume di potassio (potassio alluminosolfato), aggressivo per le armature per via dello ione solfato SO4, specialmente in ambiente umido
- Antracite, aggressiva specialmente in ambiente umido. I suoi oli sono meno aggressivi
- Bagni galvanici, nichel
- Bisolfato d’ammonio, corrosivo per l’acciaio e la pasta di cementi non resistenti ai solfati.
- Bromo gassoso e liquido; in assenza di acido bromidrico ed umidità la sua aggressività risulta limitata
- Burro ed olio di cacao, specialmente in presenza di ossigeno
- Calcio idrofosfato (“superfosfato”)
- Carbolineo
- Carbone, coke se umidi (carbone e coke asciutti sono meno reattivi)
- Cenere aggressiva per liscivazione negli ambienti umidi per il contenuto di solfiti e solfati.
- Cincimi di sintesi, se umidi
- Colaticcio
- Conca al tannino e tutte le soluzioni di conciatura acide
- Fosfato d’ammonio
- Fumi umidi. I fumi secchi sono meno aggressivi, sempre che non contengano altre sostanze
- Glicerina
- Grassi animali e vegetali liquidi (allo stato solido sono meno aggressivi)
- Idrossido di potassio, in soluzione acquosa con concentrazioni maggiori del 20%
- Idrossido di sodio in soluzione acquosa, concentrazione >20%
- Lanolina
- Lignite, umida; la lignite asciutta èè meno aggressiva
- Margarina liquida (solida èè meno aggressiva)
- Nitrato d’ammonio, aggressivo per le armature.
- Olio di cocco, olio di noce di cocco Aggressivo soprattutto in presenza di ossigeno
- Olio di colza, specie in presenza di ossigeno
- Olio di lino; le pellicole di olio di lino essicate non sono aggressive
- Olio di ricino
- Olio di semi di cotone, particolarmente aggressivo in presenza d’aria
- Potassio cromato
- Potassio dicromato (Bicromato di potassio)
- Potassio nitrato
- Potassio permanganato
- Rifiuti dei mattatoi per il contenuto di scarti ed acidi organici
- Scarti di animali
- Solfato d’ammonio, aggressivo per armature e paste di cementi non solfato-resistenti
- Solfato di calcio, solo in presenza di umidità ; in ambienti asciutti la sua aggressività è fortemente limitata
- Solfito d’ammonio
- Solfuro d’ammonio
- Succo di mele
- Tiosolfato d’ammonio usato per diradare i fiori non fecondati nei frutteti
- Triossido di Cromo
Sostanze fortemente aggressive
- Acido cloridrico
- acido fluoridrico in soluzione acquosa
- Acido nitrico
- Acido perclorico (al 10%)
- Acido solforico
- Acido solforoso
- Bisolfato di sodio
- Bisolfito di sodio
- Calcio idrosolfito (lisciva di solfito) usato nella produzione della carta.
- Cloruro d’alluminio, corrosivo per le armature
- Esteri alifatici
- Fanghi di depurazione che di solito contengono solfuro di idrogeno ed altri composti aggressivi
- Metilacetato
- Oleum, acido solforico fumante
- Solfato d’alluminio, corrode le armature ed intacca la pasta di cementi non resistenti ai solfati.
Solfati
Discorso a parte meritano i solfati. I solfati generalmente sono aggressivi per i calcestruzzi confezionati con determinati tipi di cementi; molti tipi di cementi non risentono particolarmente del contatto coi solfati e per questo vengono dichiarati resistenti ai solfati. I solfati aggressivi per i cementi non resistenti ai solfati ed innocui per quelli dichiarati ad alta o moderata resistenza includono:
- Gesso, composto da solfato di calcio
- Solfato d’ammonio
- Solfato d’alluminio,
- Anidrite, solfato di calcio, aggressivo in ambiente umido
- Solfato di nichel
- Solfato di sodio (“sale di Glauber”)
- Solfuri liscivati da minerali umidi possono ossidarsi trasformadosi in solfati aggressivi
- Potassio prossidodisolfato
- Potassio solfato; il potassio solfuro puòò presentare spesso impurità di potassio solfato
- Solfato di rame; l’equivalente solfuro puòò contenerne in tracce come impurità
- Solfato di magnesio (“sale inglese”)
- Solfato di sodio (da notare che spesso il solfito di sodio presenta tracce di solfato di sodio)
- Tiosolfato di sodio
- Solfato di zinco
Salve!
Complimenti per il post, davvero esaustivo 🙂
Avrei una domanda in merito alle possibili reazioni chimiche del bicarbonato di sodio con il calcestruzzo o la malta di cemento, in particolare a fresco: mi è stato riferito (ma non ho mai verificato di persona) che una piccola aggiunta di bicarbonato abbia un effetto ritardante della presa di una malta/calcestruzzo così confezionato; è vero? Non riesco a trovare alcun riferimento in tal proposito e mi interesserebbe anche capire quali reazioni siano coinvolte.
Saluti.
La tua domanda è stuzzicante ed in effetti il bicarbonato ha un effetto ritardante anche se piuttosto blando perché indiretto.
Se qualche chimico passasse di qua potrebbe illuminarci, ma mi sembra che il meccanismo sia questo: il (bi)carbonato HCO3 disciolto in acqua è basico come l’idrossido di calcio. Dato che l’idrossido di calcio (“Portlandite”) è un prodotto della reazione di idratazione del clinker ci troviamo in soluzione un antagonista del prodotto finale che ne rallenta la cinetica di reazione.
Tuttavia dato che lo ione carbonato è una base molto più debole dell’idrossido di calcio l’effetto è piuttosto blando.
Grazie per il chiarimento, mi hai acceso una lampadina :-). In effetti, il bicarbonato (di qualcosa) è un sale dell’acido carbonico, se non erro conferisce basicità a una soluzione proprio perchè lo ione bicarbonato è piuttosto debole e tende a ricomporre (in parte) l’acido insoluto, sottraendo ioni H+ e aumentando di conseguenza il pOH; tuttavia l’idrossido di calcio presente nel calcestruzzo indurito conferisce un ph piuttosto elevato, molto basico, quindi servirebbe una quantità elevata di bicarbonato per interferire significativamente con la cinetica della reazione…
D’altra parte, l’idrossido di calcio si forma principalmente nell’idratazione dei silicati, durante l’indurimento, mentre l’idrossido di calcio già presente interviene solo in alcune delle reazioni di presa, in particolare con una piccola ricerca ho ‘pescato’ questa reazione dell’alluminato tricalcico:
3 CaO * Al2O3 + 12 H2O + Ca(OH)2 -> 4 CaO * Al2O3 * 13 H2O
(C3A + H + CH -> C-A-H)
La presenza dello ione bicarbonato potrebbe rallentare questa o un’altra reazione simile, altrimenti sospetterei una carbonatazione: l’eventuale formazione di acido carbonico dovrebbe causare una rapida dissociazione dello stesso in H2O e CO2, che reagirebbe con il Ca(OH)2 per formare carbonato di calcio, sottraendolo quindi alla precedente reazione con il C3A. Però, il CaCO3 ha un certo potere legante, quindi se si formasse dovrebbe poter partecipare alla presa, a meno che: a) abbia un potere legante comunque inferiore ai composti C-A-H (di per sè o per difficoltà a legarsi bene ad essi o per bassa concentrazione); b) finisca per disgregarsi per qualche motivo (ad esempio assorbendo un po’ del calore di idratazione); c) (ma ricade nella a) finisca per tener separate le molecole di C-A-H.
Effettivamente un chimico potrebbe entrare maggiormente in dettaglio… o magari ci spiazzerebbe, dando la colpa al sodio (!!) 😛
Rimanendo in tema, gli zuccheri dovrebbero avere un effetto simile, ma molto più potente, fino addirittura a rischiare di bloccare del tutto la maturazione del calcestruzzo. Sono note delle proporzioni utili, o il risultato è sempre aleatorio?
Zuccheri ed oli interferiscono molto con l’idratazione del cemento. Proporzioni precise non ne conosco ma chi mi ha insegnato le basi mi diceva che quando ti si blocca una autobetoniera carica la prima cosa da fare era buttarci dentro un paio di kili di zucchero. Le betoniere portano solitamente 8 o 10m³ ed un calcestruzzo “normalmente” ha un contenuto di cemento di 300-350kg/m³. 2kg di zucchero sono sufficienti per interferire con l’idratazione di 2400-3500kg di cemento, ~ 0,05-0,1% . Non direi che siano sufficienti a fermare del tutto l’idratazione ma di certo la rallentano.
Complimenti per la sua esaustiva trattazione sugli amici e nemici del cemento.
Mi rivolgo a lei per un problema che mi affligge e a cui non ho trovato soluzioni.
Nel costruirmi la casa l’ impresario ha annegato in un blocco di cemento un fascio di conduttori elettrici.
Ora devo connettrmi ad uno di questi conduttori e devo togliere il cemento di copertura.
Ho provato un intervento di tipo meccanico ma ho già rovinato alcuni condotti.
Pensavo ad un intervento di tipo chimico per disgregare il cemento, tanto in quel punto ha solo la funzione di copertura.
Cosa mi consiglia?
Anticipatamente la ringrazio e la saluto.
Silvano Cerrato
Non credo esista modo di disgregare il cemento per sola via chimica per almeno due motivi.
Primo, eventuali acidi in gradini dissolvere il calcestruzzo e la malta dovrebbero essere molto forti e molto concentrati quindi pericolosi e tossici.
Secondo, se anche prendete tutte le precauzioni del caso e piuttosto probabile che gli acidi usati dissolvano anche le tubazioni che immagino essere il comune corrugato.
Dalla descrizione che mi ha dato non mi sembra che ci sia altra soluzione se non quella di demolire in modo energico di calcestruzzo e canaline e rifare il lavoro compresa la posa dei cavi.
I cavi sono in una canalina oppure sono direttamente n calcestruzzo? A contatto col calcestruzzo c’è una canalina o direttamente l’isolamento del cavo?
Ciao Paolo,
sono un ingegnere e mi occupo di caminetti.
Recentemente parlavo con un muratore, il quale con modi suggestivi,coloriti e simpatici mi diceva che per la costruzione dei murettini del focolare (quelli a contato con la fiamma) e per la posa del piano, usava una malta di cemento grigio (non quello refrattario) con aggiunta di ZUCCHERO (quello che si mette nel caffe, per intenderci).
A suo dire questa malta è molto piu “dura” e “resistente” del comune calcestruzzo (sabbia e cemento) ed è molto adatta alla costruzione dei focolari dei camini.
Io sono rimasto molto perplesso (ho sempre fatto usare la malta refrattaria ed il gesso grezzo per le stuccature)
anche perchè ritengo che piu della “durezza” della malta, sia importante la capacita che essa ha di resistere (per lungo tempo) alle alte temperature e di poter consentire una certa dilatazione/contrazione delle giunture che consegue alla dilatazione termica.
Gradirei cortesemente avere una tua opinione in merito.
Grazie
Aggiungere zucchero al cemento non è mai una buona idea. Tutti i composti organici e specialmente lo zucchero vanno a rallentare fortemente le reazioni di idratazione del cemento con l’acqua. Nel caso in questione nella migliore delle ipotesi và a rallentare molto la presa del cemento e la cosa potrebbe essere in linea di principio di beneficio per la resistenza a lungo termine. Ma se si eccede l’impasto proprio non va in presa, neppure dopo una settimana perché l’idratazione è così rallentata che l’acqua fa in tempo ad evaporare prima di reagire con il cemento.
Il tuo muratore ha dalla sua l’esperienza ed una buona dose di fortuna e di occhio.
Immagino che non ti abbia svelato la dose “magica” per ottenere questa fantomatica malta “più dura e resistente”.
La dose sarebbe la seguente:
1 parte di zucchero bianco
9 parti di cemento portland
niente sabbia.
acqua qb
lo zucchero si scioglie preventivamente in acqua e poi si bagna il cemento in polvere
mischiando bene.
secondo l’operaio questa malta
“è molto piu resistente e duratura al calore ”
e “non si sgretola”, sue parole testuali.
che ne pensi?
Ho il dubbio che l’operaio mi stesse prendendo in giro,
saluti e grazie
Domani mi porto un po’ di zucchero e provo.
Solo il fatto di fare una boiacca mi fa insospettire….
Ciao Paolo, attendo con molta curiosità l’esito delle tue prove.
Anche io sono intenzionato a farne alcune, casalinghe, alla prima occasione.
Ieri ho parlato con il committente il quale sembra molto sicuro dei consigli del muratore e ha aggiunto che (a suo dire) “è la cristallizzazione dello zucchero a fare la differenza”.
Purtroppo vedo molto difficile fare una valutazione c o m p a r a t a dellle prestazioni di questa malta zuccherata.
In altre parole, ho il forte sospetto che magari questa malta di zucchero e cemento abbia comunque una sua resistenza, magari molto piu bassa di quella di una malta refrattaria, e che il piano del fuoco in effetti duri alcuni anni,
ma che se venisse usata la malta refrattaria lo stesso piano, avrebbe durata doppia o tripla.
Insomma, credo che la SUGGESTIONE faccia da padrone.
La stessa suggestione che rende molto piu facile e piacevole credere alle colorite asserzioni di un simpatico signore
che alle grigie raccomandazione di un ingegnere che si rifa alle norme UNI, En, ISO e che pertanto viene immancabilmente tacciato di essere un noioso,testardo,malfidato ed arrogante rompipalle.
Un saluto.
Oh grazie. Ovviamente ho avuto un paio di contrattempi ed oggi non sono riuscito a fare nulla.
Ad ogni buon conto cemento e acqua con o senza zucchero di solito son chiamati boiacca. Per fare la malta si aggiunge sabbia (di solito ø 2mm, massimo 4) alla boiacca.
Tutto vero. Comunque anche i romani utilizzavano quell’espediente dello zucchero nelle malte quando si trovavano in prossimità della fine della giornata di lavoro per poter ritardare il processo di presa dell’ultimo getto.. di calcestruzzo così da poter continuare il giorno dopo evitando i distacchi dovuti a tempi diversi di getto. Ovviamente non disponendo ancora dello zucchero come elemento chimico raffinato utilizzavano il frutto che in natura ne contiene di più in maniera concentrata… ossia i fichi. Da lì il detto che i romani mangiavano le buccie e buttavano i fichi… Comunque anche io sono curioso di conoscere la verità sulla resistenza del cemento al fuoco in quanto devo costruirmi un forno per il pane all’esterno con un getto di calcestruzzo a cupola e volevo utilizzare un prodotto per rendere il calcestruzzo più resistente possibile al fuoco e se possibile anche più coibente.
Ciao e grazie a tutti quanti possano rispondere con la competenza e l’esperienza nel campo specifico.
Piero Nuvoli
L’argomento è interessante, leggo oggi questo articolo in quanto da perfetto ignorante mi chiedevo se fosse possibile disgregare il cemento di una platea senza dover forzatamente agire con sistemi meccanici pesanti. Da quanto ho potuto capire non è possibile, ma la questione dello zucchero mi ha intrippato per cui mi chiedo se a due anni dall’ultimo commento, qualcuno alla fine ha fatto il test.
Da ignorante mi chiedo se il fatto stesso che la solidificazione lenta della boiacca sia la chiave della resa “ottimizzata” come materiale refrattario.
Digregare il calcestruzzo di una platea senza mezzi meccanici richiede tempi quasi geologici.
Preso da altre questioni non sono riuscito ad fare le prove con lo zucchero, anche se tutti gli additivi ritardanti di presa disponibili sul mercato sono solitamente basati su gluconato prodotto dall’ossidazione del glucosio.
Una bassa velocità di reazione, ossia una solidificazione lenta di solito permette di ottenere, a partità di composizione iniziale una migliore resistenza meccanica. La causa dovrebbe essere una crescita più “ordinata” e “regolare” dei prodotti di idratazione del cemento che hanno prevalentemente carattere (micro) cristallino.
La refrattarietà di un materiale cementizio dipende dal contenuto di ossido di alluminio, componente della celite. Infatti i cementi refrattari sono in pratica i cementi alluminosi che vanno però usati esclusivamente per manufatti refrattari ma che NON devono essere portanti. Infatti i cementi alluminosi in condizioni di elevata umidità hanno prestazioni meccaniche che degradano sensibilmente nel tempo tant’è vero che ci sono stati negli anni 70 del secolo scorso crolli di strutture realizzate con cementi alluminosi. Da allora questo tipo di cementi – visto anche il costo elevato di produzione – è stato utilizzato esclusivamente per le sue proprietà refrattarie.
Salve ing. Paolo Redaelli, sono un giovane architetto non tanto afferrato sulle relative reazioni chimiche sul cemento, mi trovo a lavorare su dei manufatti (stampi) in cemento e vorrei dare un “effetto travertino” ad essi (bucature in superficie) con questi dati le volevo chiedere….quale trattamenti/sostanze/materiali mi potrebbero creare questi piccoli fori una volta sfornato il manufatto?
il mio primo pensiero è andato gettando del sale grosso sullo stampo, non è stato ancora provato ma potrebbe funzionare? quali altre reazioni potrebbero creare ciò?
saluti
Claudio Troiani
Qualcosa come ?
Sicuramente NON devi usare il sale che non avrebbe altro effetto se non quello di accelerare l’indurimento dopo essersi sciolto.
Qualcosa di simile si potrebbe ottenere per i getti orizzontali stendendo della sabbia fine (ø1-2mm) sulla superficie del cassero e poi lavare la superficie del getto dopo un paio di giorni dal getto per evitare di portare a nudo l’aggregato grosso (come l’effetto dato dal ).
Per superfici verticali si dovrebbe far aderire la sabbia al cassero, cosa niente affatto facile.
Bene bene…il problema persiste per le superfici verticali, ma proverò in quelle orizzontali tale procedimento, intanto non mi resta che ringraziarla.
a presto
Claudio
Ciao Paolo,
sono di nuovo Alex, l’ingegnere che ti chiedeva dello zucchero mischiato al cemento per “aumentare le proprieta refrattarie”
A distanza di tempo ho trovato un altro signore che usa lo zucchero come additivo.
Ne aggiunge un cucchiaio da caffe in un bidoncino in cui sta preparando dell’intonaco da muro.
Dice che serve ad aumentarne la FLUIDITA a renderlo piu morbido, senza dovere aggiungere altra acqua.
Che ne dici?
La molecola di zucchero è polare, quindi lo zucchero ha un blando effetto fluidificante. Più probabilmente l’effetto che si nota di più è il ritardo nella presa. Più ritarda la presa, più lentamente l’impasto perde di fluidità. Quindi apparentemente rimane fluido più a lungo di un impasto senza zucchero.